Papa Gregorio I concesse ai Nolani questa tradizione, in onore del Vescovo di Nola Paolino di Bordeaux, che arrivò al porto di Nola (l'attuale città di Torre Annunziata) e da Vescovo sacrificò i suoi beni materiali e la sua vita per i suoi concittadini nolani, liberando l'intera popolazione nolana dalle invasioni barbariche. San Paolino da Nola, allora, fu accolto dal popolo nolano nel 431 con dei gigli, bandiere e gonfaloni delle corporazioni della città medievale di Nola. I primi a porgergli un giglio furono prima un ortolano, poi un salumiere, successivamente un bettoliere, dopo un panettiere, che precedeva il beccaio. Infine c'erano un calzolaio e un fabbro, e poi un sarto, che, si dice che finì prima di tessere e poi andò dal Santo, arrivando per ultimo. Infatti l'ordine dei gigli è proprio questo, con in mezzo la barca:
- Ortolano
- Salumiere
- Bettoliere
- Panettiere
- Barca
- Beccaio
- Calzolaio
- Fabbro
- Sarto
Per commemorare l'accoglienza a San Paolino da Nola (Ponzio Meropio Paolino da Bordeaux), allora il popolo nolano decise di porre gigli e ceri su monumenti rudimentali, poi su cataletti, e poi su obelischi di legno.
La tradizione dice che il 22 giugno (giorno di San Paolino da Nola) se domenica o la domenica successiva al 22 giugno c'è la tradizionale ballata dei gigli e della barca. Per questo, dal 2013 si festeggia il Capodanno Nolano, la notte del 31 maggio. Ma la festa dei gigli, non dura solo un giorno, ma un anno intero.
Noi Nolani, dovremmo vantarci di avere una festa che ha circa 1600 anni e dove la fede degli uomini si manifesta attraverso la forza delle spalle e l'unione delle braccia per collare il giglio.
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